Page 68 - Catalogo_Ravenna
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• I profeti annunciano la Parola di Dio, che un giorno “ha piantato per non conclUdere
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la sua tenda fra noi”, per ricolmarci di grazia e di verità .
Per lasciare nel cuore il messaggio di questi mosaici, un ri-cordo,
Le immagini sono finalizzate al centro e al compimento di tutta la possiamo usare le parole con cui un grande intellettuale francese
Storia della Salvezza, a Gesù Cristo, l’Agnello immolato, raffigurato termina il suo volume Il Vangelo secondo Ravenna:
nella volta del presbiterio. Rimandano al Figlio di Dio, che è presente «Talento, arte, ispirazione, c’è tutto questo a Ravenna, e qualcosa
nella comunità cristiana, radunata attorno all’altare. in più, qualcosa di misterioso che affascina l’intelligenza e la porta
È Lui, l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, l’Origine buona e il destino insensibilmente a scoprirsi un’anima. Questo qualcosa di misterioso
compiuto. è precisamente il mistero cristiano che dalla croce del Cristo si
Gesù Cristo è il senso compiuto della storia dell’antico popolo di Dio, espande […].
delle sue guide e dei suoi profeti, della storia di tutta l’umanità. Il segreto di Ravenna, di questa bellezza che il tempo potrà sottrarre
Lui è stato atteso ed è prefigurato in ogni destino umano. Lui è un giorno al nostro sguardo, ma non al cuore di chi l’ha intravista,
celebrato, ricevuto e testimoniato dai cristiani, che attorno all’altare è proprio questa rappresentazione di un mondo finalmente
trovano “la sorgente e il culmine” della loro vita. riconciliato, questa unione intima del cielo e della terra, abolita ogni
sofferenza, ogni angoscia, ogni peccato nel matrimonio indissolubile
del sacrificio e della gioia.
Perché qui il cielo e la terra sono una cosa sola, la terra letteralmente
ricolma di cielo risplende in una beatitudine indistruttibile, e il
cielo si riposa in lei come in una culla. E il mosaico è più adatto di
qualsiasi altra forma d’arte a esprimerlo per la durezza, lo scintillio,
quella sorta di energia colorata delle sue pietre, congiunte in figure
e in meandri.
Il cristiano che sarà passato da Ravenna, e che avrà subìto il fascino
di questo mondo liberato, avrà compreso che l’origine, la causa
prima di questa unità del bello, del bene e del vero, e la ragione
stessa della genialità dispiegata davanti ai suoi occhi, non è altro
che l’amore. Egli avrà compreso che, se vuole convincere il mondo
e trarlo fuori dalla notte in cui è già così profondamente immerso,
dovrà cominciare, o ricominciare, ad amare, sull’esempio di questi
personaggi di Ravenna, i quali tutti vedono una Persona adorabile
che noi non vediamo, e sembrano persino, quando ci guardano,
scorgerla in ciascuno di noi» .
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78 Vedi Gv 1,14. 79 A. Frossard, Il Vangelo secondo Ravenna, Castelbolognese, 2004, pp. 102-103.
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