Page 21 - Catalogo_Ravenna
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di iLLuSTRARe i VAnGeLi
Il desiderio di raffigurare gli episodi della vita di Gesù s’inquadra
perfettamente nella tendenza a usare l’arte visiva per l’istruzione e
l’edificazione dei fedeli.
San Basilio scriveva che ciò che la parola presenta agli orecchi di
chi sa leggere, la pittura, muta, lo fa conoscere ugualmente con le
sue forme e i suoi colori. San Nilo verso la fine del secolo IV, scriveva
che l’arte doveva ispirarsi ai racconti della Bibbia, perché coloro che
non sanno di lettere e non possono leggere la Sacra Scrittura si
ricordino, guardando le pitture, le belle azioni di chi ha servito Dio e
siano in tal modo incitati a imitare
la loro condotta.
Si possono fare varie ipotesi
sulla possibile derivazione della
composizione di questa stupenda
serie. Gli artisti ravennati incaricati
di eseguire le singole scene poterono
ispirarsi a schemi e modelli di varia
origine: miniature, avori, cartoni e
schizzi di decorazioni pittoriche.
Comunque essi dovevano avere
in mente scene che - almeno in
massima parte - erano elementi
acquisiti del repertorio iconografico
paleocristiano sia in Oriente sia
in Occidente. Non c’è dubbio che
parecchie scene 14 dipendono
dall’iconografia più tipica dell’arte
romana, tanto che sembra senz’altro
di vedere, trasferite in mosaico, Dittico Andrews, Victoria and Albert
alcune pitture cimiteriali o alcune Museum, Londra
sculture degli antichi sarcofagi
14 Come quelle della Moltiplicazione dei pani, della Samaritana, della Guarigione dei ciechi, della
Guarigione dell’emorroissa, della Resurrezione di Lazzaro, della Guarigione del paralitico di
Bethesda, del Rinnegamento di Pietro e di Cristo davanti a Pilato.
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