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I mosaIcI della parete destra


          Le scene evangeliche della parete destra descrivono i racconti della
          passione e della risurrezione di Gesù.
          Ci possiamo domandare: perché nel ciclo cristologico viene dedicato
                                                                33
          tanto spazio ai racconti della Pasqua di Gesù? .
          Perché negli eventi evangelici,  che vanno dall’ultima Cena agli
          incontri del Risorto con gli apostoli ci è rivelato il volto di Dio e il
          volto dell’umano, il mistero della bontà e della potenza di Dio e il
          mistero del male e del peccato. Perché in questi racconti ci è donata
          la notizia buona della nostra salvezza.
          Alcuni tratti stilistici carat-
          terizzano i quadri musivi della
          parete destra. La composizione
          delle  scene è meno semplice
          rispetto  a quelle della  navata
          sinistra e il racconto visivo è più
          vivace e drammatico. I riquadri
          sono più ricchi di colori, a volte
          accostati    senza     sfumature,
          solitamente presentano accanto
          a Gesù un numero maggiore di
          personaggi, a volte in gruppo.
          Il volto di Gesù è sempre
          raffigurato  con  la  barba.  «È  la
          prima volta che nei mosaici
          ravennati compare l’immagine
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          di Cristo barbuto» . Cristo non
          ha il volto di un poveraccio, che ingiustamente subisce il supplizio
          terribile della croce. Ha una espressione solenne e imperturbabile.
          È il volto del Figlio di Dio, che con libertà dispone di se stesso e con
          amore accetta la passione, donando la sua vita al Padre per la nostra
          salvezza.


          33   Elementi di risposta vengono dai vangeli stessi, dove la narrazione delle azioni e dei gesti di
          Gesù è sempre orientata ai capitoli finali che narrano la sua Pasqua. Si pensi, ad esempio, che questi
          racconti costituiscono un terzo del Vangelo di Marco.
          34   Annota il Bovini e aggiunge: «Il fatto è – come hanno notato il Mesini e il Cecchelli – che il Cristo
          giovanile è il tipo ideale della divinità giovane e bella di tipo apollineo, e perciò è stato applicato al
          Cristo che compie i miracoli e che compare nel Giudizio finale. Il Cristo anziano e barbato è invece
          l’indice della natura umana soggetta alla passione: quella del Figlio dell’Uomo che deve soffrire».
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