Page 15 - Catalogo_Ravenna
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un POTeRe iMPeRiALe cRiSTiAnO
Ci possiamo chiedere perché accanto alla cattedra episcopale, sotto lo
splendido catino che mostra una teofanìa, sono raffigurati Giustiniano
e Teodora con la corte imperiale, mentre presentano una patena e
un calice. Si tratterebbe – affermano
diversi studiosi – della oblatio
Augusti et Augustae, dell’offerta dei
doni imperiali in occasione della
dedicazione della basilica, secondo
un’usanza tipica della liturgia di
Costantinopoli. È certamente una
raffigurazione simbolica, tesa a
evidenziare il singolare rapporto
tra il potere dell’Impero romano
cristiano e il potere religioso della
Chiesa cattolica . Era condivisa a
9
Ravenna una visione quasi sacrale
del potere politico, tipica della corte
bizantina: un modo di pensare, che
sussisterà in Oriente fino al secolo
XV.
In Occidente, soprattutto a Roma e
nei territori conquistati dai barbari,
matura a partire dai secoli V e VI
una concezione più secolare del potere politico, fino ad arrivare
allo scontro, talvolta anche cruento (si pensi al celebre “schiaffo” di
Anagni del 1303). Si configura la diarchìa medievale tra l’imperatore
tedesco (l’imperatore erede del Sacro Romano Impero) e il vescovo
di Roma. In Oriente, invece si afferma una concezione sacrale del
potere imperiale, fino al punto da considerare l’imperatore come il
tredicesimo apostolo, investito di una missione speciale: custodire la
pace nella comunità ecclesiale.
I due splendidi quadri con Giustiniano e Teodora, mentre
documentano in maniera impareggiabile lo stile bizantino-ravennate
dell’arte musiva, ci aiutano a capire una cultura politica e religiosa
molto diversa dalla nostra. Definito dagli storici come cesaropapismo
questo strano rapporto fra religione e politica perdura nell’Esarcato di
9 Si sa infatti che né Giustiniano né Teodora furono mai a Ravenna di persona.
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