LA MACCHINA PER FARE I COMPITI

 

Un giorno bussò alla nostra porta uno strano tipo: un ometto buffo vi dico alto poco più di due fiammiferi. Aveva in spalla una borsa più grande di lui. - Ho qui delle macchine da vendere - disse. - Fate vedere - disse il babbo. - Ecco, questa è una macchina per fare i compiti. Si schiaccia il bottoncino rosso per fare i problemi, il bottoncino giallo per svolgere i temi, il bottoncino verde per imparare la geografia: la macchina fa tutto da sola in un minuto. - Compramela, babbo! -dissi io. -Va bene, quanto volete? -Non voglio denari-disse l’omino. - Ma non lavorerete mica per pigliar caldo! -No, ma in cambio della macchina voglio il cervello del vostro bambino - Ma siete matto! - esclamò il babbo. -State a sentire, signore – disse l’omino, sorridendo. -Se i compiti glieli fa la macchina, a che cosa gli serve il cervello? -Comprami la macchina. Babbo! Implorai. - Che cosa ne faccio del cervello? Il babbo mi guardò un poco e poi disse: - - Va bene, prendete il suo cervello. L’omino mi prese il cervello e se lo mise in una borsetta. Com’ero leggero, senza cervello! Tanto leggero che mi misi a volare per la stanza, e se il babbo non mi avesse afferrato in tempo sarei volato giù dalla finestra. -Bisognerà tenerlo in gabbia- disse l’ometto. -Ma perché? -domandò il babbo. -Non ha più cervello, ecco perché. Se lo lasciate andare in giro, volerà nei boschi come un uccellino, e in pochi giorni morirà di fame! Il babbo mi rinchiuse in una gabbia, come un canarino. La gabbia era piccola, stretta, non mi potevo muovere. Le stecche mi stringevano tanto che…alla fine mi svegliai spaventato. Meno male che era stato solo un sogno! Vi assicuro che mi sono subito messo a fare i compiti.

 
Gianni Rodari (1962)
 
Oggi viviamo in un'epoca in cui l'incubo del bambino di Rodari, la macchina per fare i compiti, è scaricabile praticamente gratis da Internet. La tecnologia digitale è evoluta in maniera talmente rapida, veloce e pervasiva che moltissime attività che ritenevamo esclusiva degli esseri umani, come studiare, conoscere, giudicare decidere, in una parola pensare, possano essere svolte da macchine. Questo vuol dire che se una macchina può sostituire il mio pensiero quella macchina prima o poi catturerà anche la mia libertà.
Per secoli abbiamo chiesto alla tecnologia di fare quello che desideravamo. Oggi le chiediamo cosa desiderare e questo crea un rischio nuovo, di dominio, di schiavitù. O una possibilità di liberazione.
Papa Leone XIV, ai giovani radurati a Tor Vergata il 2 agosto per la veglia del Giubileo, ha detto: “Oggi ci sono algoritmi che ci dicono quello che dobbiamo vedere, quello che dobbiamo pensare e quali dovrebbero essere i nostri amici. Allora le nostre relazioni diventano confuse, a volte ansiose. Quando ho strumento domina sull'uomo, l'uomo diventa uno strumento; sì strumento di mercato, merce a sua volta.”
 
 
(Andrea Simoncini al Meeting di Rimini)
 
  I Regina Caeli di Leone XIV  
  Temi di primo piano precedenti