Iniziative 2007 San Francesco secondo Giotto Mini visita guidata   
La vita del Santo attraverso gli affreschi della Basilica Superiore di Assisi

Il contesto

San Francesco nasce nel 1181/1182 e muore nel 1226.
Sono anni in cui l'Europa è serena: le invasioni barbariche sono cessate e la pace porta con sé un sostanziale benessere, anche economico (è di questo periodo l'invenzione dell'aratro).
Un periodo di grande benessere... ma il "vero bene" qual'è?
In questo contesto si inserisce una grande ondata di santità (es. San Benedetto da Norcia, San Bernardo di Chiaravalle), adeguata alle necessità del tempo; non dimentichiamo, infatti, che i contrasti tra comuni e impero, papato e impero, chiesa cristiana ed eresie, comunque permangono.

San Francesco

Il suo vero nome, quello con cui viene battezzato, è Giovanni, ma suo padre (Pietro di Bernardone), tornato dalla Francia, decide di chiamarlo Francesco, dal nome dei "panni franceschi", tessuti che egli commerciava -essendo un ricco commerciante (e forse anche usuraio).
A Francesco è concesso tutto. Insieme alla gioia, Francesco cerca anche la gloria: per questo nel 1202 parte per la guerra contro Perugia. In questa occasione Francesco viene fatto prigioniero e quando, l'anno successivo, torna a casa è davvero segnato da questa esperienza e pieno di compassione per i poveri. Inizia da qui(1206)la sua lunga conversione.
Dice Papa Benedetto XVI, in occasione dell'ottavo centenario della conversione di San Francesco, al vescovo di Assisi: "Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio. Ecco, è stata proprio la scelta radicale di Gesù a dare il via alla conversione di San Francesco, che coltiva sempre più il sentimento della pace".

La Basilica superiore di Assisi

Questa chiesa è stata edificata a partire dal 1228, due anni dopo la morte di San Francesco, su una malfamata collina a ovest di Assisi, donata ai francescani e detta "colle dell'inferno" perché lì avvenivano le esecuzioni capitali.
L'edificio viene affrescato a partire dal 1288 da Giotto, portato ad Assisi dal suo maestro Cimabue, durante il pontificato di Niccolò II, un "ex francescano".
La chiesa è composta da una sola navata: una "bibbia che si srotola" per agevolare la comunicazione! Ricordiamo, infatti, che la maggior parte del popolo è analfabeta e quindi solo attraverso le immagini può apprendere gli insegnamenti della Chiesa.
Abbiamo detto che l'edificio è affrescato... ma con quale tecnica? Giotto reinventa l'affresco, usando la tecnica della pittura a fresco, cioè a giornata: questa modalità consiste nel mettere via via poca malta sulla parete per dipingere singole parti, evitando di disporre subito tutta la malta, con il rischio che essa si asciughi e che i pigmenti del colore non attacchino bene.
Sicuramente uno dei particolari che più colpisce chi guarda la Basilica è il rosone, simbolo di Gesù. Ha dodici petali, come sono dodici gli apostoli, e dodici sono anche i pilastri rossi che sorreggono i muri portanti, in pietra bianca, dell'edificio. Ai piedi del rosone c'è la Madonna col Bambino. Cosa significa questo? Vuol dire che per guardare e conoscere Gesù si deve passare attraverso Maria. Proprio da questo rosone entra nella Basilica una luce particolare, che permette a Giotto (e a noi che osserviamo) di dare vita ai personaggi, lasciando trasparire i loro sentimenti.

1 - L'omaggio di un uomo semplice

San Francesco torna ad Assisi e viene accolto in trionfo, come Gesù a Gesuralemme il giorno della Festa delle Palme. Un uomo semplice stende infatti le sue vesti davanti a San Francesco per rendergli onore: è come se venisse anticipata la gloria del Santo. Qui siamo nel cuore di Assisi, davanti al tempio di Minerva; sopra al tempio, così come nell'ultima scena, è visibile lo spezzone della trave iconostatica sulla quale poggiava la croce.

2 - Il dono del mantello

San Francesco è appena tornato dalla prigionia a Perugia. Questo affresco ritrae il Santo che dona il mantello ad un povero cavaliere vestito di rosso: un vero gesto di carità. Possiamo notare l'incrocio di diagonali: San Francesco è il punto focale, il particolare che il nostro occhio coglie per primo.
Siamo in autunno: lo si capisce dalla prevalenza dei toni autunnali rossi e gialli. A sinistra troviamo il borgo, a destra il monastero, ed il cielo sembra una freccia che indica il Santo.

3 - Il sogno del palazzo

Spesso Dio, sia nel Nuovo che nell'Antico Testamento, comunica attraverso il sogno: la stessa cosa accade a San Francesco. In sogno gli appare un bellissimo palazzo pieno di scudi crociati e, quando Francesco domanda "Di chi è tutto ciò?", una voce celeste gli risponde "E' tutto tuo e dei tuoi soldati". Francesco interpreta queste parole come un invito a partecipare alla crociata del 1204 per la liberazione del Santo Sepolcro.

4 - Preghiera dinanzi al Crocifisso di San Damiano

Le prime tre scene sono illuminate da una luce che proviene da occidente, mentre da questa scena, che raffigura la conversione del Santo, anche la luce cambia rotta e proviene da oriente. San Francesco è inginocchiato davanti al crocefisso di San Damiano (oggi custodito nella basilica di santa Chiara); in questa occasione accoglie l'invito di Gesù: "Và e costruisci la mia casa". Tale invito non significa soltanto "ripara la mia casa" (vediamo infatti che la navata è crollata mentre la parte dove si trova San Francesco no, quindi per ora lui è al sicuro), ma è anche un invito al Santo affinchè prosegua fino in fondo la sua conversione.

5 - La rinuncia agli averi

Analizziamo questa scena: su di essa convergono la Chiesa di Assisi (che abbiamo visto nella scena precedente) e la Chiesa di San Giovanni in Laterano a Roma (che vedremo nella scena successiva).
Questa è l'episodio della rinuncia agli averi: San Francesco si spoglia di tutto!
Vi è una separazione netta fra le case dei borghesi con il padre di San Francesco in primo piano, vestito di giallo e ritratto nel pieno della sua collera, a sinistra e la Chiesa, San Francesco ed il vescovo Guido che lo abbraccia, a destra. San Francesco, intanto, osserva la mano di Dio.

6 - Il sogno di Innocenzo III

A Papa Innocenzo III appare in sogno un frate che sorregge la chiesa di San Giovanni in Laterano che era la sede del Papa, la sua "casa"). Questo frate è San Francesco, dopo essersi spogliato dei suoi averi, si è rivestito di un umile saio che ha il colore dell'humus, cioè della terra. In vita il Santo porta un cordiglio con tre nodi, simbolo della castità, della povertà e dell'obbedienza al Papa.
San Francesco ha sempre lo sguardo rivolto alla mano di Dio raffigurata nella scena precedente.

7 -La conferma della Regola

Siamo nel 1209 e Papa Innocenzo III benedice La Regola, accogliendo l'esperienza francescana nell'alveo della Chiesa. Dodici sono i frati, uniti da un virtuale abbraccio con il Papa ed il vescovo Guido (che è seduto).

8 - La visione del carro di fuoco

Siamo nel tugurio di Rivotorto, il primo luogo di ritrovo di San Francesco e dei suoi amici. Anche se in realtà tugurio è sinonimo di luogo misero, vecchio e sporco, Giotto lo dipinge con decorazioni ricercate e con la consueta cura. Il Santo, che non è fisicamente vicino ai suoi, appare loro su un carro di fuoco, come il profeta Elia nell'Antico Testamento. San Francesco diventa strumento dello Spirito Santo ed i suoi fratelli, stupiti e spaventati, corrono a svegliare quelli che ancora stanno dormendo.

9 - La visione dei troni celesti

Questa scena raffigura la visione dei troni celesti.
Mentre San Francesco è inginocchiato a pregare, un angelo appare a fra Pacifico e gli rivela che il trono centrale è riservato all'umile Francesco.
Prestiamo attenzione a questi particolari: il cordiglio di San Francesco che poggia sul gradino, piegandosi in modo molto reale, ed il crocefisso e la lampada, riproposti pressoché identici nella Cappella degli Scrovegni a Padova.
Perché la lampada è sorretta dalla coda? Perché, essendo ad olio, veniva abbassata per essere caricata e poi nuovamente alzata.

10 - La scacciata dei diavoli da Arezzo

Ora siamo ad Arezzo. San Francesco è inginocchiato a sinistra e prega, mentre San Silvestro scaccia i diavoli che avevano invaso la città.
Diabolico è ciò che divide, simbolico è ciò che concilia.
Osserviamo questo particolare interessante: il cratere ai piedi delle mura è l'impronta lasciata dal diavolo, precipitato nell'abisso dell'inferno.
E' tornata la pace e perciò si può uscire da casa (notiamo, a destra, il contadino con il suo asino) e riprendere il lavoro.

11 - La prova del fuoco

San Francesco parte da Ancona per la Terra Santa insieme a fra Illuminato. Dopo aver oltrepassato la città di Acri, in Calabria, e le linee nemiche, i due vengono arrestati e maltrattati dai soldati musulmani. I frati sono condotti da Saladino II, feroce sultano d'Egitto (seduto sul trono a destra), che prometteva grandi ricompense a chi gli portava la testa di un cristiano. Arrivato al suo cospetto San Francesco sfida i sapienti, proponendo loro di entrare con lui nel fuoco per dimostrare quale, fra le due fedi, fosse la vera. San Francesco non teme fratello fuoco, mentre i sapienti, sulla sinistra, scappano. Il sultano non può non ammirare San Francesco e nella Cappella delle Reliquie, nella parte inferiore della Basilica, sono ancora custoditi i suoi doni al Santo.

12 - L'estasi

E' la scena dell'estasi: a San Francesco viene fatta la grazia di sollevarsi verso Dio. Sia il mondo umano (i suoi confratelli) sia gli edifici (che sembrano avere occhi, naso e bocca) guardano e partecipano alla scena.

13 - Il presepe di Greccio

Questa scena raffigura l'allestimento del presepe di Greccio, il 25 dicembre 1223. Vediamo infatti San Francesco con in braccio Gesù Bambino, e accanto il bue e l'asino: San Francesco vuole immedesimarsi nel Bambino.
Attorno notiamo diversi personaggi che cantano, sembra che stiano vocalizzando la "o" del Gloria.

14 - Il miracolo della sorgente

E' una calda giornata estiva e San Francesco è giunto su un monte, in groppa all'asino di un uomo che ora, stanco per la fatica del lungo viaggio a piedi, chiede a San Francesco un po' di acqua. Il Santo si inginocchia e implora il cielo: dalla roccia inizia a sgorgare acqua fresca di fronte allo sguardo stupito dei confratelli

15 - La predica agli uccelli

San Francesco predica agli uccelli: possiamo riconoscere le allodole, un cigno e, più in alto, una colomba. San Francesco ha un affetto particolare per le allodole (coloro che lodano Dio): così come lui è legato alla terra, intesa come semplicità e povertà, anche le allodole fanno il nido nell'humus per poi volare verso il cielo.

16 - La morte del cavaliere di Celano

San Francesco è ora a Celano, in Abruzzo, ospite di un cavaliere. Francesco, prima del pranzo, predice al cavaliere la sua morte e lo invita ad accostarsi al sacramento della confessione: il cavaliere accoglie l'invito. Quando giunge l'ora di sedersi a tavola il dramma si compie ed il cavaliere muore; potremmo dire: "Come mai San Francesco non lo ha salvato dalla morte?". Ma il punto non è questo, San Francesco ha salvato il cavaliere dalla morte spirituale perché lo ha invitato a confessarsi! Siamo di fronte, quindi, ad un dramma, non ad una tragedia.

17 - La predica dinanzi a Onorio III

San Francesco, in piedi a sinistra, sta predicando davanti al Papa Onorio III, seduto sul trono. Tutti sono attenti ad ascoltare San Francesco, che sembra parlare per ispirazione divina; in alto, il cielo stellato.

18 - L'apparizione al Capitolo di Arles

Siamo circa nel 1226. San Francesco appare ad Arles, in Francia, dove Sant'Antonio da Padova sta predicando e spiegando il significato della scritta INRI. San Francesco appare ai 15 frati e a Sant'Antonio, ma solo quest'ultimo e frate Monaldo, seduto ai suoi piedi, lo vedono. San Francesco appare con le braccia aperte a forma di Tau, la croce francescana, come nella scena dell'estasi.

19 - Le stimmate

E' il 14 settembre 1224 quando San Francesco riceve il dono delle stimmate, mentre fra Leone, seduto in basso a destra, legge la bibbia. Anche il fiore sotto San Francesco sembra inchinarsi davanti a questo miracolo

20 - La morte del Santo

E' il 3 ottobre 1226: San Francesco è morto. Il dipinto è diviso in tre sezioni.
1- In alto, 10 angeli variopinti e festosi, due dei quali sostengono l'anima del Santo, racchiusa in un cerchio perfetto. San Francesco ha ancora le mani aperte, come quando ha ricevuto le stimmate.
2 - Al centro il popolo di Assisi, guidato dal celebrante.
3 - In basso, San Francesco con il capo poggiato su di un cuscino, come se stesse dormendo, e attorno a lui undici confratelli addolorati; uno gli bacia le piaghe del piede.

21 - Visione di frate Agostino e del vescovo

Appena morto, San Francesco appare a Caserta a fra Agostino che era in coma da giorni. Questi si sveglia e chiede a Francesco di aspettarlo, per poter andare in cielo con lui. Detto questo fra Agostino spira. Vediamo infatti fra Agostino con lo sguardo rivolto verso l'anima di San Francesco in cielo, raffigurata nella nella scena precedente.
La sera del 3 ottobre San Francesco appare anche al vescovo di Assisi, che era in pellegrinaggio in Puglia (parte destra dell'affresco); sembra che anche il vescovo sia proteso verso San Francesco.

22 - L'accertamento delle stimmate

Girolamo, celebre dottore e letterato, è inginocchiato davanti a San Francesco e accerta l'autenticità delle stimmate sul corpo del Santo.
Nella parte superiore, sulla trave iconostatica (di cui si vedono ancora gli spezzoni nella prima e nell'ultima scena), Giotto raffigura la Madonna con il Bambino, Cristo in croce e l'arcangelo Michele.

23 - Il pianto delle Clarisse

E' il 5 ottobre: le clarisse escono da San Damiano per venerare San Francesco. Vediamo Santa Chiara china su di lui; San Francesco e Santa Chiara si amano di un amore in Dio e si aiutano a vicenda per poter diventare padre e madre del grande popolo della Chiesa.
Nella quarta scena la chiesa di San Damiano è semidistrutta, mentre qui è completamente ricostruita. In realtà San Damiano non sarà mai così, ma Giotto la dipinge in questo modo per sottolineare il compimento della sua missione da parte di San Francesco.

24 - La canonizzazione

Da questa scena in avanti il contributo di Giotto si va affievolendo, perché è stato chiamato a Roma per il giubileo. Questa scena, che è la più deteriorata, raffigura la canonizzazione di San Francesco ad opera di Papa Gregorio IX, avvenuta nel 1228.

25 - L'apparizione a Gregorio IX

Papa Gregorio IX dubita dell'autenticità delle stimmate di San Francesco, il quale gli appare e gli pone tra le mani una fiala contenente il sangue del suo costato.

26 - Guarigione del ferito di Lerida

Nelle ultime tre scene sono raffigurati dei miracoli post mortem di San Francesco. Qui il Santo guarisce il cavaliere Giovanni di Lerida, nei pressi di Barcellona, che era stato ferito a morte.

27 - Confessione di una donna resuscitata

A Benevento una donna molta devota a San Francesco, muore senza avere confessato tutti i suoi peccati. San Francesco chiede a Gesù, in alto a sinistra, il permesso risvegliarla per il tempo necessario alla confessione, così da lasciarla morire in pace con Dio. L'angelo batte le mani ed il diavolo, sconfitto, fugge via.

28 - Liberazione dell'eretico Pietro

Un uomo, in piedi a destra, è accusato di eresia e perciò condannato. Tuttavia il 3 ottobre, in occasione della festa di San Francesco, egli digiuna secondo il costume della Chiesa. San Francesco dal cielo intercede: si rompono i ceppi che tengono legato il prigioniero e la porta si spalanca; il vescovo di Tivoli cade in ginocchio per lo stupore.

Francesca

 


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